RIAB\ITROFER: EMISSIONE DI SOSTANZE NOCIVE NELL’ARIA: PATTEGGIA IMPRENDITORE DI MONTESILVANO
Il Comune di Montesilvano non si è costituito parte civile. (le vicende contestate vanno dal 2008 al 2010)
Plauso a quei cittadini, abbandonati dalle precendenti amministrazioni, che si sono battuti contro un ‘azienda che ha ammesso di aver inquinato ed hanno così fatto valere i propri diritti. Un esempio per tutta la cittadinanza. L’attuale amministrazione ha il dovere di mantenere alta l’attenzione, per garantire tutela dell’ambiente e della salute e la buona condotta delle aziende presenti sul territorio. Ci auguriamo che il rapporto professionale tra l’Assessore Iovine e la RIAB\ITROFER non lasci alcuna zona d’ombra in merito.
da IL CENTRO 07 febbraio 2013
Sanzioni pecuniarie al titolare della Itrrofer e della Riab di contrada Foreste, i due stabilimenti sequestrati nel 2010
MONTESILVANO. Numerose violazioni alle leggi ambientali, inquinamento, danni alla salute dei vicini a causa dell’emissione di sostanze nocive, disturbo alla quiete con rumori molesti, inosservanza dei provvedimenti dell’autorità. E’ un lungo elenco di reati quello di cui doveva rispondere Domenico De Patre, imprenditore montesilvanese di 72 anni, titolare di due aziende che si occupano del trattamento di rottami ferrosi: la Riab (Rottami industria abruzzese) srl, con sedi in contrada Foreste e via Danubio, e la Itrrofer (Industria trasformazione rottami ferrosi) srl, con sede in contrada Foreste.
Nelle settimane scorse, al termine di una lunga vicenda processuale contrassegnata anche dal sequestro dei due stabilimenti, l’imprenditore ha patteggiato una serie di sanzioni pecuniarie davanti al giudice monocratico del tribunale di Pescara, che – si legge nella sentenza – ha escluso «la possibilità di una di una pronuncia assolutoria» nei suoi confronti. Nel processo sono imputate anche altre due persone: il figlio dell’imprenditore, Dino De Patre e Tullio Cocciante, legale rappresentante di un’altra azienda del settore, i quali non hanno scelto il patteggiamento e sono quindi in attesa di processo con rito ordinario.
De Patre era difeso dagli avvocati Giuliano Milia e Vittorio Iovine, quest’ultimo attuale assessore del Comune di Montesilvano con delega alla bonifica del fiume Saline, cioè l’area dove si trovano due aziende: circostanza singolare, ma Iovine non aveva alcuna carica pubblica quando nel 2010 venne avviata l’inchiesta in seguito all’esposto dei residenti. Che si sono costituiti parte civile nel processo, rappresentati dagli avvocati Antonio Del Vecchio, Alberto Lorenzi e Gabriella Ruperti. Fu dunque la loro denuncia a far partire l’indagine che nell’ottobre del 2010 portò al sequestro della Riab e della Itrrofer, eseguito dai carabinieri del Noe e dalla polizia provinciale. In seguito De Patre ottenne il dissequestro, ma l’indagine della procura culminò con il rinvio a giudizio. Davanti al giudice Sergio Casarella, l’imprenditore ha patteggiato una pena di 15 giorni di reclusione convertita in pena pecuniaria di 570euro; inoltre, 250 euro di multa e ammende per complessivi 4000 euro. Sanzioni relativamente modeste, ma vanno considerati gli “sconti” di pena previsti dal rito del patteggiamento. I reati contestati all’imprenditore sono numerosi. Tra questi la raccolta non autorizzata di rifiuti pericolosi, tra cui oli minerali, acetato di cobalto, sostanze chimiche di scarto, e il loro stoccaggio nelle sedi aziendali; lo sversamento di acque reflue industriali contenenti sostanze pericolose, una parte delle quali aveva invaso il terreno dei confinanti; esalazioni gassose in quantità tale da arrecare danno alla salute dei vicini, la mancata rimozione di lastre di amianto nonostante l’ordinanza del sindaco; l’emissione di rumori molesti sia per l’attività di lavorazione che per il funzionamento di un gruppo elettrogeno. (e.a.)
Per affrofondire la vicenda: http://www.primadanoi.it/news/cronaca/533585/-Riab-e-Itrofer-hanno-inquinato.html
Che vergogna vedere, che purchè si parla di ditte gestite da “imprenditori”che danno lavoro a delle famiglie di lavoratori, tutto gli è permesso,inquinamento di siti di stoccaggio, nuocere a delle famiglie che cercano di far valere i propri diritti di cittadini, ecc…mi viene da pensare ma quel Signore che si firmava con un nome strano e patteggiava per l’azienda non sarà stato per caso un suo dipendente o parente dei Sigg. De Patre? STIAMO ROVINANDO QUESTO MONDO ed in Particolare questo NOSTRO ABRUZZO FANTASTICO ED UNICO, poveri noi.