Città bene comune
LA CITTÀ È UN BENE COMUNE: + verde – cemento
Vogliamo vivere in una città che investa sulla bellezza, l’innovazione, la qualità della vita, sulle energie rinnovabili, non su uno spartitraffico tra i centri commerciali e Pescara. Un grande urbanista ha detto che la civiltà di un popolo e di una città si misura dalla quantità e dalla qualità del verde pubblico a disposizione dei cittadini. Montesilvano ha bisogno di spazi per stare insieme e verde per respirare.
In una città come Montesilvano, cresciuta in maniera selvaggia e disordinata a causa delle connivenze tra politici e costruttori, innanzitutto va affermato che il territorio è un bene comune. Lo STOP AL CONSUMO DI SUOLO e la rapida approvazione di una variante al PRG che blocchi l’edificazione sulle aree ancora miracolosamente libere dal cemento è il primo passo per riqualificare la città e rimettere al centro la qualità della vita non la rendita dei soliti costruttori. Montesilvano ha bisogno di verde e servizi non di altro cemento! E i posti di lavoro? L’edilizia va indirizzata verso la riqualificazione, la riconversione energetica e il rinnovo del patrimonio edilizio esistente invece di consumare le ultime porzioni di territorio. Va predisposto in collaborazione con l’Università, la Soprintendenza e le associazioni un censimento degli edifici storici che vanno sottoposti a tutela. L’urbanistica dovrebbe servire a immaginare come rendere più bella e funzionale la città. E su questo aprire dibattiti pubblici e confronti su come renderla migliore. Per esempio merita un’attenta riflessione l’idea rilanciata recentemente dall’artista Sergio Sarra di arretrare la strada della riviera dietro alla pineta ricongiungendo il verde della riserva alla spiaggia e al mare.
Tutti diranno che vogliono il parco fluviale e la bonifica del Saline ma lo stato del nostro fiume è il simbolo di quanto poco a Montesilvano siano stati valorizzati i beni comuni dalle amministrazioni prima di centrosinistra e poi di centrodestra. Noi rivendichiamo anni di denunce e lo stesso commissariamento del Comune per la «reiterata inerzia» e la mancata bonifica. Nella conferenza di servizi del 6 dicembre 2010 il Ministero dell’Ambiente aveva intimato alla Regione di procedere al commissariamento del Comune e alla nomina di un commissario ad acta per la produzione dei risultati del piano di caratterizzazione e la messa in sicurezza della discarica di Villa Carmine, per la “reiterata inerzia” della giunta comunale di centrodestra. La Regione ha cincischiato per un anno per coprire la Giunta amica ma alla fine, grazie alle nostre interrogazioni, ha dovuto procedere. Una delegittimazione completa dell’amministrazione uscente. Il Saline deve diventare da Sito di bonifica di interesse nazionale un luogo restituito alla frequentazione della comunità come accade in qualsiasi città europea. Questo è possibile se l’ambiente diventa una priorità dell’amministrazione attivando rapporti di collaborazione fattiva con le associazioni ambientaliste. La battaglia per una gestione trasparente ed efficiente del servizio idrico integrato riguarda anche la depurazione a Montesilvano e nei comuni a monte. La cattiva politica puzza e inquina.